Marina Edith Calvo indaga il femminile utilizzando l’autoritratto non come riflesso di uno specchio ma come espressione di continua trasformazione. L’artista svela la molteplicità di “io” a disposizione assumendo aspetti paradossali, surreali, ironici e giocosi col fine di creare, dirigere e interpretare emozioni personali/universali e trasformarsi in tutte le donne. Le immagini, realizzate con l’autoscatto, sono costruite assemblando materiali eterogenei in una rappresentazione simbolica. Ironizzando e falsificando il suo aspetto solleva una obiezione, desta lo spettatore dal sopore mostrandogli ciò che volutamente ignora. E il messaggio risulta diretto, netto. Esente da fraintendimento.