Piers Faccini (italo-britannico che vive in Francia) compone ispirato dai suoi maestri, Leonard Cohen, per esempio, ma anche da un’infinità di vecchi bluesman provenienti dal delta del Mississippi. Sceglie i suoi brani in solitario, senza troppa gente intorno, selezionandoli dopo aver molto scritto, facendosi parecchie domande sulla follia e l’intolleranza. Ma Piers Faccini è anche un pittore: ogni suo ritratto è ispirato da una specifica persona ma, quando inizia a lavorare all'immagine, questa comincia a trasformarsi in un'altra, una sorta di presenza archetipale. Pensa che queste teste siano frammenti di un dipinto perduto che rappresenta una folla, ecco, i suoi volti provengono da quella folla, testimoni di un evento ancora ignoto.
I ritratti come le canzoni sono storie vissute, non semplicemente raccontate: Tribe suona come la colonna sonora di una danza intorno a un falò acceso da qualche parte nel deserto. Che l’abbia fatto davvero?