Jennifer Shaw utilizza macchine fotografiche di plastica per produrre il suo etereo immaginario. Quando vede qualcosa che l’emoziona le basta cliccare invece di perdere l’attimo in fastidiosi adeguamenti tecnici che una macchina fotografica "formale" invece richiede. “La lente di plastica crea un’immagine che si avvicina al nostro modo di vedere la realtà e, al contempo, trasmette un indefinito senso del tempo”. Il suo scopo è di creare immagini che trascendano la descrizione letterale. Al di là della superficie fisica del soggetto, in risonanza, a livello emotivo, con chi le vede. Hurricane Story è un romanzo fotografico, una narrazione in prima persona illustrata con foto di giocattoli. La storia dell’esilio della Shaw a causa dell’uragano Katrina: la nascita del figlio, il viaggio, il ritorno. Quando soffia l’uragano è incinta di 9 mesi. Il 28 agosto del 2005, lei e suo marito caricano la macchina con i loro 2 gatti, 2 cani, 2 casse piene di negativi, tutti i documenti importanti e un po’ di abiti. Arrivano in un motel dell’Alabama. Il lunedì 29 agosto convergono 2 fatti importanti: la nascita del loro figlio e la distruzione di New Orleans. Passano 2 mesi e 6000 miglia di strada prima di poter tornare.
Il progetto, che nasce per elaborare i momenti di rabbia e di ansia persistenti in quel viaggio surreale, è così trasformato in sogno, realizzato dai capricci di imperfette macchine fotografiche di plastica.
Il progetto, che nasce per elaborare i momenti di rabbia e di ansia persistenti in quel viaggio surreale, è così trasformato in sogno, realizzato dai capricci di imperfette macchine fotografiche di plastica.