Vanni Cuoghi anela alla compostezza. E anche quando illustra scene raccapriccianti, come quella di un cacciatore che spara inavvertitamente a un bimbo in costume da coniglio, o del malinconico maiale che contempla la propria coscia amputata e trasformata in prosciutto, raffredda la violenza grazie a una rappresentazione serafica che trasmette un ingannevole senso di letizia. I suoi sono racconti di adulti confusi e bambini candidi e crudeli, di santi (vedi San Giorgio che corteggia la principessa rinascimentale dalla cui veste fuoriesce un insinuante drago) e del gotico Batman che, con altri supereroi, è lasciato appeso a un filo ad asciugare al vento. Situazioni paradossali nelle quali i personaggi sono dipinti con dovizia di particolari come fossero miniature, su sfondi di un bianco immacolato e in uno spazio fuori dal tempo che rievoca il candore delle illustrazioni del “Corriere dei Piccoli” con l’aggiunta di una punta di sano cinismo che non guasta mai…