Venezia è un pesce. Una specie di sogliola colossale che abbocca all’amo della ferrovia, così da non riprendere il largo e andare via per sempre. Fondata e fissata su fondale melmoso con milioni di chiodi di legno scivolati nel Piave dai boschi del Cadore.
Ciò che segue descrive cosa può accadere a parti di un corpo residente o in visita a Venezia.
Piedi
Le dita dei piedi si rifanno prensili sui gradini dei ponti, si aggrappano in salita sugli spigoli consunti o squadrati; le piante frenano in discesa, i talloni inchiodano. Butta via la cartina e impara così a vagare, a vagabondare e a disorientarti. Immagina di essere un globulo rosso che scorre nelle vene e lasciati pompare. Oppure sei un boccone di cibo trasportato dall’intestino: l’esofago di una calle strettissima ti strizza addosso le pareti di mattoni fino quasi a stritolarti, ti spinge fuori, ti fa sgusciare attraverso la valvola di un ponte che sfocia al di là dell’acqua e ti deposita in uno stomaco largo, in un campo dove sosti un po’, sei costretto a fermarti perché la facciata di una chiesa ti trattiene a guardarla, ti trasforma chimicamente nel profondo, ti digerisce.
Gambe
Aspetta in piedi sugli imbarcaderi: il vaporetto accosta, ti dà uno scossone che ti prende di sorpresa come una spinta a tradimento. Monta sul battello e, anche lì, non sederti, senti con le gambe il tremolio del motore nella pancia del vaporetto che ti fa vibrare i polpacci, il rollio che ti costringe a spostare continuamente il peso del corpo da una gamba all’altra, ti fa tendere e rilasciare muscoli che non sapevi nemmeno di avere.
Cuore
E’ vero che a Venezia si fa l’amore all’aperto, a ogni angolo di strada? Se sei veneziano e adolescente è l’unico modo. Le giovani coppie per lo più non hanno l’auto e in città è vietato circolare anche in bici. Dove andare, con i genitori in casa? Ogni adolescente ha i suoi posti segreti ma alcuni di questi si possono trovare, magari in compagnia, così è più divertente… Consigli utili allo scopo: scegli i portoni senza campanelli, che spesso sono ingressi di magazzini, sfrutta gli angoli sotto i lampioni rotti, fuori uso. Prendi in considerazione i barconi da trasporto attraccati in rii disabitati, addormentati, umidi ma discreti. Sali a bordo con passo leggero e non lasciare segni del tuo passaggio (preservativi, fazzoletti, incisioni a cuore sulle fiancate) non sarebbe educato verso chi è stato così ospitale con te. C’è chi prende il vaporetto per il Lido di notte, in primavera o all’inizio dell’autunno, prima e dopo la stagione dei bagni, la spiaggia offre i capanni sgombri degli stabilimenti balneari, attenzione però ai vigilantes diventati più numerosi negli ultimi anni. In centro storico cerca un nascondiglio da dove se ne possa uscire in qualsiasi momento con dignità, facendo finta di niente e in fretta. In tutti (o quasi) i casi su descritti si tratta di amore in postura verticale, varianti comprese.
Per i mutamenti concernenti mani, volto, orecchie, bocca, naso e occhi vi rimando al libro (di cui sopra un estratto), un’insolita e poetica guida del veneziano Tiziano Scarpa, “Venezia è un Pesce”. Scritto prezioso e occasione unica per una straordinaria esperienza di esplorazione fisica e sensoriale della città, da non perdere se avete attitudine a sperimentare l’insolito nel solito.
Thanks to Valentina, veneziana doc, per avermi regalato questo libro, conoscendo la mia totale affascinazione per Venezia e ambiente lagunare.
Ciò che segue descrive cosa può accadere a parti di un corpo residente o in visita a Venezia.
Piedi
Le dita dei piedi si rifanno prensili sui gradini dei ponti, si aggrappano in salita sugli spigoli consunti o squadrati; le piante frenano in discesa, i talloni inchiodano. Butta via la cartina e impara così a vagare, a vagabondare e a disorientarti. Immagina di essere un globulo rosso che scorre nelle vene e lasciati pompare. Oppure sei un boccone di cibo trasportato dall’intestino: l’esofago di una calle strettissima ti strizza addosso le pareti di mattoni fino quasi a stritolarti, ti spinge fuori, ti fa sgusciare attraverso la valvola di un ponte che sfocia al di là dell’acqua e ti deposita in uno stomaco largo, in un campo dove sosti un po’, sei costretto a fermarti perché la facciata di una chiesa ti trattiene a guardarla, ti trasforma chimicamente nel profondo, ti digerisce.
Gambe
Aspetta in piedi sugli imbarcaderi: il vaporetto accosta, ti dà uno scossone che ti prende di sorpresa come una spinta a tradimento. Monta sul battello e, anche lì, non sederti, senti con le gambe il tremolio del motore nella pancia del vaporetto che ti fa vibrare i polpacci, il rollio che ti costringe a spostare continuamente il peso del corpo da una gamba all’altra, ti fa tendere e rilasciare muscoli che non sapevi nemmeno di avere.
Cuore
E’ vero che a Venezia si fa l’amore all’aperto, a ogni angolo di strada? Se sei veneziano e adolescente è l’unico modo. Le giovani coppie per lo più non hanno l’auto e in città è vietato circolare anche in bici. Dove andare, con i genitori in casa? Ogni adolescente ha i suoi posti segreti ma alcuni di questi si possono trovare, magari in compagnia, così è più divertente… Consigli utili allo scopo: scegli i portoni senza campanelli, che spesso sono ingressi di magazzini, sfrutta gli angoli sotto i lampioni rotti, fuori uso. Prendi in considerazione i barconi da trasporto attraccati in rii disabitati, addormentati, umidi ma discreti. Sali a bordo con passo leggero e non lasciare segni del tuo passaggio (preservativi, fazzoletti, incisioni a cuore sulle fiancate) non sarebbe educato verso chi è stato così ospitale con te. C’è chi prende il vaporetto per il Lido di notte, in primavera o all’inizio dell’autunno, prima e dopo la stagione dei bagni, la spiaggia offre i capanni sgombri degli stabilimenti balneari, attenzione però ai vigilantes diventati più numerosi negli ultimi anni. In centro storico cerca un nascondiglio da dove se ne possa uscire in qualsiasi momento con dignità, facendo finta di niente e in fretta. In tutti (o quasi) i casi su descritti si tratta di amore in postura verticale, varianti comprese.
Per i mutamenti concernenti mani, volto, orecchie, bocca, naso e occhi vi rimando al libro (di cui sopra un estratto), un’insolita e poetica guida del veneziano Tiziano Scarpa, “Venezia è un Pesce”. Scritto prezioso e occasione unica per una straordinaria esperienza di esplorazione fisica e sensoriale della città, da non perdere se avete attitudine a sperimentare l’insolito nel solito.
Thanks to Valentina, veneziana doc, per avermi regalato questo libro, conoscendo la mia totale affascinazione per Venezia e ambiente lagunare.