Susan Derges rivela in immagini le forze celate della natura. Il suo interesse per il movimento dell’acqua corrente non si traduce in una mera registrazione del fenomeno, ma nel captare le metafore poetiche che questo processo fornisce per descrivere le connessioni tra noi e il mondo naturale. A tale scopo Derges attua una fusione tra arte e scienza usando tempo e luce per creare immagini sospese. Per realizzare i suoi lavori utilizza grandi fogli di carta fotografica sommersi nei fiumi, il paesaggio notturno come camera oscura, la luna e la torcia per ottenere l’esposizione. La tecnica della fotografia senza fotocamera nasce da una frustrazione da distacco: “La macchina fotografica separa sempre l’oggetto dal visore” e le offre la promessa di poter parlare dell’invisibile. Produce così atti di trasformazione intercettando la soglia tra 2 mondi interconnessi: lo spazio interno, fantasioso e contemplativo e l’esterno, naturale, dinamico e suggestivo.