lunedì 15 marzo 2010

IL CALEIDOSCOPIO

Caleidoscopio significa letteralmente “vedere bello”. Il tubo di cartone, assemblato con specchi e pezzetti di vetro o plastica colorati, crea infinite strutture simmetriche, visibili appoggiando un occhio a un’estremità del tubo e girando l’altra. I quadri di Philip Taaffe (1955), sono come le strutture del caleidoscopio, figure colorate, geometrie perfette, simmetriche e decise nei toni cromatici che contrastano decisamente con lo sfondo. Le sue tele vanno viste una dopo l’altra, nel loro insieme, perché la loro forza sta nell’incessante e sempre diversa riproduzione dei particolari di cui sono fatte. Sono frammenti che prendono forma dai sogni e in cui l’artista opera a strati. Lo sfondo è territorio del colore su cui sono adagiati elementi di vita reale. In questo mare infinito e senza tempo colmo di pesci, foglie, figure dai colori accesi e psichedelici con effetto ipnotico, Philip Taaffe delega alla geometria degli elementi il compito di riportarci alla realtà, al risveglio dal sogno.