Carnevalesca, assurda, magica e spaventosa. E’ questa la visione della contemporaneità secondo Kamrooz Aram, artista iraniano stabile a Brooklyn. Si eclissa nel lavoro alla ricerca ossessiva dei luoghi senza-tempo, correndo con mistico abbandono verso la pittura e i colori del sogno. Ricorrenti sono i suoi richiami al “Falco”, archetipo dell’America, alle illustrazioni islamico-scientifiche e alla tradizione del Medio Oriente; preponderanti sono i segni neri delle decorazioni arabiche che contaminano ogni sua rappresentazione. Fa uso di verdi e azzurri brillanti per il gusto della varietà cromatica e di colori bianchi e opachi per creare il movimento, la velocità e l’espansione. Per “l'Angelo”, Aram dice di rifarsi alla tradizione rinascimentale, ma confessa che a ispirarlo per primo sono stati gli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova. Molteplici sono le sue fonti, le contaminazioni culturali e i simboli archetipi universali che mescola e confonde per superare la singola visione e arrivare alla radice unica, comune e fondamentale.