Le immagini di Luca Cervini nascono da visioni interiori da dormiveglia, scaturite da pensieri e riflessioni che, attraverso un’estetica da videogiochi, rielabora, distorce e trasforma. Un’arte surreale, dominata dagli archetipi e colma di simboli che consentono di accedere all’ignoto. Cervini racconta le sue intuizioni per immagini. Per ogni opera scatta innumerevoli fotografie; fa scansioni di carta, plexiglass, terriccio, granelli di sabbia e pezzi di legno. Materiali che amalgama con l’opera che sta realizzando investendoli di un nuovo ruolo; in ogni elemento cerca un simbolo che lo aiuti a raccontare. La fotografia gli “permette di strappare brandelli dalla realtà per poi ricomporli a piacere”. Attraverso questi “collage” può costruire visivamente i suoi pensieri, creando l’illusione che ciò che vediamo fa parte di un unico contesto, quando in realtà ogni elemento è spesso fotografato in studio, separato dagli altri oggetti. Gli piace però avere anche la libertà della pittura e l’immediatezza del gesto. “Nel mio lavoro c’è una parte di me destinata all’eterno ritorno. Dentro questa parte vi sono le figure, le forme e i rimandi simbolici con i quali mi sento maggiormente in sintonia e che inevitabilmente mi ritrovo a inserire in ogni fotografia, per comunicare. Queste icone crescono e mutano con me, perché non sono altro che il mio pensiero”.