L’abbigliamento ha il potere di definire e identificare, di trasformare e travestire, di rivelare e nascondere. Ma Laura Schiff Bean va oltre il potere e scova il legame che unisce l’abbigliamento alla memoria, così come un profumo o un suono rimandano a un ricordo. La memoria è smossa da un lampo di tessuto, dal prurito della lana grezza o dal fruscio della seta. Ecco allora che una gonna fluttuante rimanda a precise sensazioni di un luogo e di un tempo, a momenti legati agli indumenti che indossavamo; un abito diventa un’immagine carica di ricordi. I dipinti sono ritratti di abiti che diventano autoritratti perché mostrano la mano e i ricordi della Schiff Bean. E il suo lavoro centra il punto rievocando in noi pensieri, sensazioni e memorie di cose dimenticate… lasciandoci nudi.