lunedì 9 febbraio 2009

BLUE VISION


La visione blu è affare serio. Ce l’hai o non ce l’hai. E’ innata, stampata nel DNA, si manifesta fin dalla nascita. Non si acquisisce col tempo.
Cos’è la Blue Vision? E’ una tendenza, un’attrazione verso l’Oltremare, il Cobalto, il Blu di Prussia e l’Indaco, comprese sfumature e mescolanze con prevalenza di colori azzurri.
Come si manifesta? In molteplici forme, generalmente con l’impulso irrefrenabile dell’occhio (guidato sapientemente dallo stimolo cerebrale) a soffermarsi a lungo sul colore in questione.
Effetti: Piacere nella mirata, soddisfazione nell’appropriazione e sfioramento di oggetti, abiti, quadri, stampe e libri con copertine blu. Si può arrivare (nei casi più arditi) a tinteggiare le pareti della propria casa di blu/turchese (io l’ho fatto). Nelle sue manifestazioni più estreme si possono avere Blue Vision notturne e diurne senza stimolo oculare. In questo caso, l’affezione alla Blue Vision è totale, non si può tornare indietro e non c’è più modo di controllarla, arginarla, imbrigliarla.
Cura: E’ incurabile. L’unica possibilità per sopravvivere alla Blue Vision è assecondarla, lasciare che fuoriesca liberamente e che si esprima come le pare.
ESEMPI DI BLUE VISION
La Blue Vision Notturna: Si tratta di manifestazioni oniriche (sogni) a sfondo blu. Sono sogni dove il soggetto attraversa stanze di colore blu/azzurro/turchese, o vola in un cielo perfettamente blu, o contempla flora variamente e prevalentemente blu, che nuota in acque blu… le situazioni possono essere molteplici, il più delle volte collegate a piacevolezza della situazione.
La Blue Vision Diurna: Qui la situazione è davvero inquietante, si può arrivare alla realtà capovolta, come? Provate a guardare una montagna, meglio se dell’Appennino Abruzzese, che si staglia su un cielo estivo, magari nelle ore tardo pomeridiane, beh, se il cielo diventa mare e la montagna una linea di costa rocciosa, provvista di scogli e tutto il resto, siete fregati, avete capovolto il mondo, quello che stava giù è andato su, e viceversa, avete sovvertito l’ordine naturale delle cose in modo meravigliosamente arbitrario.
La Blue Vision di Ronchetti: Cielo. – Il cielo è una parte importantissima del dipinto, partecipandogli il dovuto effetto arioso che deve sentirsi in tutta l’intonazione del colorito. Nel preparare le tinte importa assai tener calcolo delle sue gradazioni di colore: alla sommità, il cielo si mostra più saturo, impallidendo e smorzandosi di colore nel scendere verso l’orizzonte, dove l’azzurro si perde, facendo posto a delle tinte d’intonazione dipendente dall’ora del giorno e dall’effetto del dipinto. Ciò si verifica anche nelle parti del cielo vicine al sole, le quali chiariscono al suo avvicinarsi. Le tinte devono inoltre variare dall’orizzonte allo zenit, o la parte più alta del dipinto. Così, nel rappresentare un tramonto, l’azzurro, più o meno sentito dello zenit, deve raggiungere il giallo dell’orizzonte attraversando varie tinte di collegamento; come sarebbe il passaggio dall’azzurro al violetto, da questo al rosa, poi al ranciato, e questo perdersi nel giallo dell’orizzonte. Questo sarebbe un esempio. In altri effetti di sera, il passaggio può essere dall’azzurro al violetto e dal violetto al ranciato chiaro. Dovendo però il passaggio dall’azzurro pallido al ranciato essere graduato insensibilmente, le due tinte, quantunque d’intonazione diversa, devono però sempre mantenere lo stesso valore di tono e la medesima intensità di colore. Le tinte del cielo variano assai all’orizzonte; ma, in generale, in un cielo sereno, le tinte calde più luminose possono, relativamente alle circostanze, o intonarsi maggiormente nel biancastro o nel rosa, oppure, talvolta, nel giallognolo e anche nel verdognolo.
Da “La Composizione delle Tinte nella Pittura a Olio e ad Acquerello” di G. Ronchetti