A un primo colpo d’occhio possono sembrare delle vecchie foto in bianco e nero, d’ambientazione anni ’20, molto raffinate. A una seconda occhiata, magari più attenta, viene fuori un particolare fuori luogo per quell’epoca, magari l’immagine di una donna col taglio di capelli attuale, ma che in ogni caso ci sta dentro benissimo, allora tutto appare chiaro, si tratta di quadri, di grandi tele montate su supporto ligneo, di immagini convertite in pittura da Eric Serafini.
Serafini riprende il lavoro di Edward Steichen, il fotografo delle dive, e lo completa trasformando quelle immagini in pittura, le ricrea col pennello e le converte in emozioni chiaroscurali. I soggetti sono ritratti di Marlene Dietrich, di Maurice Chevalier, di Marilyn Monroe, di modelle eteree vestite di seta, mollemente sedute in salotti alto borghesi, e poi gli esterni, gli scorci metropolitani dove spunta inaspettatamente Monna Lisa, le vedute dei grattacieli e il traffico attuale di Manhattan.
Il gioco è nelle ombre impalpabili che si mescolano a forme marcate da contorni ben definiti e talvolta al colore. L’effetto è quello dell’immagine che esce fuori dalla sua bi-dimensione diventando così consistente, sembra che basti allungare la mano per toccarne i contorni. La presente visione del ponte trafficato da auto e biciclette evoca un passato in bianco e nero, l’ora, l’adesso è rappresentato con la suggestione di ieri, Eric Serafini annulla così la distanza dal passato che diventa presente.
Eric Serafini nasce nel 1962 in Francia da genitori italiani e si trasferisce a Correggio dove vive e lavora. Inizia la sua carriera come designer per la Ferrari e la Bugatti e solo successivamente torna al suo primo grande amore, la pittura.