E poi c’è l’altro, anch’egli artista ma di specie differente, artefice di manichini che riportano il corpo in primo piano, in scala 1:1. Nick Cave concepisce e realizza manualmente i suoi “Soundsuits”, abiti manichino completamente lavorati e ricamati a mano, decorati con vecchie trottole, strutture floreali in ferro battuto e laccato, applicazioni di piccoli soprammobili, ciocche di colorati capelli sintetici, risultato: una straordinaria sintesi di arte e artigianato. A seconda dei materiali utilizzati nel decoro, i “Soundsuits”, indossati su bodysuits creati appositamente, emettono sonorità diverse e implicano il movimento, la danza che l’artista ha appreso e praticato a fianco di Alvin Ailey. Sì, perché spesso i replicanti assumono le sembianze di chi li crea, ne rispecchiano le idee e le convinzioni, ne riproducono i tratti somatici, ne elaborano i sogni, le esperienze e le memorie, come in questo caso, “Soundsuits” = sintesi della passione creativa di Cave per il teatro e la danza. In ogni caso, qualunque sia l’aspetto da replicare, i doppi o gli alter ego, rispondono al solito desiderio d’immanenza, perciò si lascia la traccia-replicante che non deperisce ma resta imperitura (anche se posticcia) testimone di vita vissuta.