Maggie Taylor ricompone e integra frammenti del passato attraverso la manipolazione fotografica. All’inizio era l’assemblaggio di vecchie fotografie, oggetti e parti di testo per creare collage tridimensionali che poi fotografava. Ora invece parte dalla scansione di vecchie istantanee o disegni per ottenere, attraverso un lavoro di manipolazione con Photoshop, dei risultati che mantengono l’incanto del passato e risaltano la tecnologica versatilità della fotografia digitale. Nella scelta dei soggetti, dei colori e delle ambientazioni c’è un richiamo, oltre che al passato, anche ai disegni dell’infanzia dove nessuna soluzione è ardita o fuori luogo perché situata sul sacro territorio dell’immaginazione. “Quando inizio a lavorare su un’immagine non ho idea di quale sarà il risultato finale”. E non potrebbe essere altrimenti visto che il suo processo di creazione è una convergenza di memorie e sogni impossibile da controllare (i risvolti di un sogno possono essere assolutamente imprevedibili), diversa per ognuno.