L’obiettivo fotografico di Gina Glover cattura basi militari in rovina e liminale antropologico. Le foto dei parchi gioco di guerra, come lei li definisce, raccontano la decomposizione dei siti militari, delle basi missilistiche, degli aeroporti e fortezze costiere in Lettonia ed Estonia. Questi luoghi, celati per tanto tempo, sono stati di difficile accesso a causa della segnaletica illeggibile, delle mappe piene di “errori” e l’incertezza per i pericoli ancora in essi insiti. Ma la Glover li ha trovati, ed è riuscita a mettere in luce le tracce del loro passato potere distruttivo, la vulnerabilità al potere corrosivo del tempo ma anche il loro ringiovanimento per opera naturale.
La parola liminale risale dal latino limen che vuol dire “soglia”. Gli antropologi utilizzano questo termine per descrivere le tappe rituali di passaggio della vita, come quello dall'adolescenza all’età adulta, ma anche per altri cambiamenti: la donna che diventa madre, l’amico che diventa amante, il passaggio dalla vita alla morte. Il concetto può applicarsi altrettanto bene agli eventi naturali oppure ai luoghi: l’alba è la soglia giorno, la linea di costa, il punto di transizione tra terra e mare. Margine sociale e naturale possono combinarsi come quando un fiume diventa confine politico. La Glover ritrova i luoghi liminali e li rivaluta per farceli apprezzare. Angoli tranquilli dove è possibile riflettere sul nostro rapporto col tempo e varcare la soglia tra mondo interno ed esterno.
Guerra
La parola liminale risale dal latino limen che vuol dire “soglia”. Gli antropologi utilizzano questo termine per descrivere le tappe rituali di passaggio della vita, come quello dall'adolescenza all’età adulta, ma anche per altri cambiamenti: la donna che diventa madre, l’amico che diventa amante, il passaggio dalla vita alla morte. Il concetto può applicarsi altrettanto bene agli eventi naturali oppure ai luoghi: l’alba è la soglia giorno, la linea di costa, il punto di transizione tra terra e mare. Margine sociale e naturale possono combinarsi come quando un fiume diventa confine politico. La Glover ritrova i luoghi liminali e li rivaluta per farceli apprezzare. Angoli tranquilli dove è possibile riflettere sul nostro rapporto col tempo e varcare la soglia tra mondo interno ed esterno.
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