lunedì 8 febbraio 2010

L’INSTANCABILE MARTINE

“La macchina fotografica è una frontiera, un tipo di barriera che bisogna costantemente abbattere per potersi avvicinare il più possibile al soggetto. Facendo questo si possono oltrepassare i limiti; c’è un senso di rischio, dell’andare oltre, di diventare eccessivo, di voler essere invisibili. Passi dall’altra parte se ti dimentichi momentaneamente chi sei, se cerchi di essere il più recettivo possibile verso gli altri; è quindi evidente che io sono costantemente allo stesso tempo nei due mondi: questo è tutto quel che posso dire veramente di ciò che sento quando fotografo – il resto rimane dominio dell’inconscio”. Martine Franck oltrepassa la barriera continuamente e instancabilmente. Lo fa quando cattura l’atmosfera irreale e le evoluzioni degli artisti del Théatre du Soleil o quando ritrae artisti e scrittori, anziani e senzatetto. E ancora, quando vola all'isola di Tory, sulla costa nord occidentale d'Irlanda dove studia la vita quotidiana di una tradizionale comunità di lingua gaelica sopravvissuta lontano dalla terraferma e quando, in India e Nepal, incontra piccoli buddisti tibetani. L’instancabile Martine sembra incapace a fermarsi, più forte di lei è la necessità di continuare a testimoniare, eterea e sospesa tra il suo e gli altrui mondi, sempre all’erta e pronta ad afferrare l’inatteso.
La Franck è membro dell’agenzia Magnum Photos.
Piccoli,

grandi,

circo-teatro,

e varie.