Sandrine Estrade Boulet cattura dettagli metropolitani e li trasforma in strane creature. L’immagine fotografica è modificata dal ritocco che scambia l’ombrello per la gonna al vento, il sacchetto vuoto per la bocca assetata e il ciuffo d’erba per l’ascella. L’atto creativo, in questo caso, presuppone concentrazione, contemplazione nonché capacità associative e sognanti proprie dell’infanzia, per lo più perdute irrimediabilmente. La Boulet ce le ricorda, affinché la passeggiata, in una qualsiasi strada cittadina, diventi creazione. All’unica condizione però di smetterla di guardare solo a terra, attenti a dove si mettono i piedi, per cominciare invece a rimirarsi intorno, a destra e a sinistra, in basso e in alto, con curiosità e meraviglia, come fanno i turisti giapponesi a Roma…