lunedì 4 maggio 2009

IL POSTO DI NIKI E JEAN (il Giardino dei Tarocchi)

Il giardino l’ha inventato l’uomo per dare corpo a uno spazio segreto che s'intuisce ma non si conosce. E’ così che il luogo inaccessibile diventa manifesto e naturale, uno spazio ben definito e separato dall’esterno, un affare privato che conserva la sua segretezza, nonostante l’umano sforzo.
Niki de Saint Phalle (Catherine Marie-Agnès de Sain Phalle) ha osato di più, non solo ha ricreato il segreto, gli ha dato delle fattezze, ma lo ha popolato di storie, le nostre, raccontate dagli archetipi personaggi dei tarocchi e la sua, rappresentata dai numerosi disegni sull’albero della vita, dove l’appeso guarda il mondo a testa in giù e attende mentre gli innamorati colorati e giocosi merendano seduti sul muretto.

Il giardino dei tarocchi è in Maremma, vicino Capalbio, su mezzo ettaro di terreno ricoperto da macchia mediterranea. La de Saint Phalle e suo marito Jean Tinguely (l’artista svizzero dei mécaniques) hanno lavorato insieme sia al progetto che alla sua realizzazione, con la partecipazione di grandi artisti contemporanei. Si tratta di un’opera completamente autofinanziata (anche il terreno è stato messo a disposizione) e diventata fondazione nel 1997. Il giardino è separato dall'esterno da un solido e massiccio muro di cinta (creato dall’architetto Mario Botta), con una sola apertura circolare.
Si entra e comincia il viaggio, dalla piazza centrale, accolti dal Mago e la Papessa con la bocca spalancata. Le sculture che s’intravedono tutte intorno sulla collina, sembrano muoversi tra cespugli e alberi, fugaci apparizioni vestite da frammenti di maiolica colorata e specchi, in contrasto con la scultura-abitazione dell’Imperatrice, rotonda e opulenta che domina maestosa e vigile come una sfinge guardiana. E’ lei che accoglie dentro di sé l’artista durante i lavori. Si tratta di un’abitazione a linee curve dove un rotondo seno ospita la camera da letto e l’altro la cucina; nello spazio centrale, il soggiorno-studio, sono collocate il Giudizio, la Stella e il Carro; dal terrazzo, posto sul dorso, tra i capelli dell’imperatrice, si ha la visione della campagna e della Luna.

E poi ancora, la Temperanza appoggiata sulla piccola cappella a igloo, che la de Saint Phalle dedica alla memoria del marito Jean, il Sole, uccello del fuoco, il Diavolo, ali da pipistrello e sesso incerto, la Giustizia con la bilancia sui seni che ospita dentro di sè l’inquietante mecaniqué di Tinguely dell’Ingiustizia, la cittadella dell’Imperatore rallegrata dalla vasca dove si bagnano donne giocose (le nanas) che spruzzano acqua dai seni (come nella fontana Igor Stravinsky presso il centro Pompidou, a Parigi), la Torre specchiata e scoperchiata dalla macchina-fulmine di Jean, il gatto Ricardo (che ovviamente non è una figura dei tarocchi), la Forza candida che tiene a bada il drago specchiato di verde, e poi ancora l’Eremita, il Matto, le 3 colonne del Papa, la scultura in movimento della Ruota della Fortuna, l’arcano senza nome o Morte che cavalca un cavallo blu e finalmente il Mondo, la macchina rotante che fa danzare la donna a braccia aperte sull’ovale specchiato avvolto dal serpente, realizzata dalla de Saint Phalle e Tinguely, insieme.
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Grazie Wiki(pedia)

Gli interni.
Le porte.
Le scale.
Le colonne.
Le fontane.
I dettagli.
I piccoli dettagli.
e... Ricardo.