lunedì 5 gennaio 2009

ODE AL ROSSO

Ho conservato un piccolo manuale di pittura di mio padre. Il manuale in questione è “La Composizione delle Tinte nella Pittura a Olio e ad Acquerello” di G. Ronchetti, è un’edizione del 1960, costo Lire 400, una meraviglia! Negli anni l'ho letto e riletto instancabilmente, tratta i colori, la loro composizione, la questione dello spettro prismatico, la tinta, il tono, le gradazioni varie, il valore, rompere un colore e tutti gli annessi e connessi, si parla anche di nubi pesanti di pioggia, di lontantananze ma anche di montagne e tramonti, di toni d'ombra, ecc. Ecco come Ronchetti tratta tecnicamente e poeticamente il primario colore rosso (si tratta di un estratto ovviamente...)

COLORI ROSSI

Rosso di Venezia.
Colore di tinta tendente piuttosto al ranciato che al rosso puro. Usato specialmente nell’acquerello. Combinato col cobalto o l’oltremare produce bellissime tinte confacenti per effetti delicati vaporosi e nebbiosi, utilizzabili anche per le ombre delle nubi di bel tempo. Questo grigio, intonato prevalentemente nel porpora con l’addizione di poca garanza rosa, riesce maggiormente utile per le lontananze. Il rosso di Venezia, se combinato col nero blu e il giallo di spincervino bruno, può anche servire per i verdi di tinta rotta dell’ultimo, del secondo e del primo piano.

Vermiglione.
Rosso intenso e brillante che, come tinta, non può essere sostituito da un altro colore. Col giallo indiano, i gialli di cadmio, la garanza rosa, ecc., fornisce tinte luminose efficacissime negli effetti di tramonto. Mescolato con gli azzurri può essere utilizzato per le lontananze e le nubi; col cobalto, specialmente, dà grigi bellissimi di tinta. Nella pittura a olio, aggiungendo una minima parte di vermiglione alle tinte ottenute col cobalto o l’oltremare, e la biacca, si ottengono grigi ariosi delicatissimi.

Lacca di garanza rosa.
Colore trasparente, di tinta rosa delicata, bellissima, indispensabile sopra tutto nell’acquerello. Utilissima nelle intonazioni delicate del cielo, delle lontananze e dell’acqua, nelle ombre leggere e ariose; specialmente in combinazioni col cobalto o col cobalto e l’ocra gialla. La garanza rosa non si presta però nei toni robusti, dove deve essere sostituita con la lacca carminata. Leggere velature di garanza rosa date sui verdi, sovente comunicano loro un’intonazione delicatissima, non raggiungibile con una mescolanza diretta.

Rosso indiano
Colore solidissimo, di tinta rossa rotta. Nell’acquerello, combinato con l’indaco o il cobalto, si presta specialmente per le ombre scure d’intonazione neutra delle montagne in lontananza, per le nubi pesanti di pioggia e di temporale, come anche per le nubi di tono cupo negli effetti di tramonto.

Lacca di garanza bruna.
Lacca di tono robusto, trasparentissima, d’intonazione tendente al bruno. Si presta sopra tutto nei toni cupi del primo piano, come, d’altronde, in tutti i luoghi dove necessitano degli scuri sentiti. Mescolata col cobalto o l’oltremare si ottengono tinte delicatissime per nubi, lontananze e per ombre più robuste di quelle che si possono avere con la garanza rosa. Combinata con la terra d’ombra naturale e il cobalto, produce bellissime tinte d’ombra per fabbricati, barche, rocce, pietre, ecc. con l’ocra gialla dà una bellissima tinta calda. Tanto nella pittura a olio quanto nell’acquerello, si presta con vantaggio per le velature dei tronchi d’alberi e delle rocce, e in certi casi, messa sottilmente, può, come la garanza rosa, essere utilizzata per dare finezza e un’intonazione speciale ai verdi.

Lacca di garanza porpora.
Colore trasparente di tinta fine, che rivela una leggera sfumatura azzurrognola. Nell’acquerello si presta tanto nei toni chiari, quanto in quelli scuri. Combinata col cobalto, o l’oltremare, dà tinte grigie. Bellissimi toni d’ombra si possono ottenere con l’indaco, la garanza porpora e la terra di Siena naturale. Come la lacca precedente, serve per velare i verdi.
Seguiranno altri colori…