Melvin Sokolsky va oltre i confini della sua arte, la
fotografia, per esplorare la pittura, per suscitare sorpresa con l’invenzione
surreale. Privo di formazione accademica, è guidato solo dalla creatività
che lo spinge a sperimentare in maniera totalmente personale. La serie Bubble creata nel 1963 per l’edizione
primaverile di Harper’s Bazaar, nasce da un sogno generato dalla sua ossessione
(che è anche la mia) per un dipinto, il
Giardino delle Delizie di Hieronymus Bosch (in fondo al post). Un particolare del quadro (pannello
centrale, in basso a sinistra) rappresenta una coppia di amanti all’interno di una sfera.
Affascinato dal dettaglio, nel suo sogno immagina di fluttuare inglobato in una bolla trasparente. Decide di realizzare la visione, la bolla è costruita nell’arco di
dieci giorni utilizzando plexiglass e alluminio. Le sue modelle, all’interno
della sfera sospesa da una gru telescopica in varie location di Parigi, levitano
su tetti, strade e persino in sale affollate. Sokolsky sfida così i
canoni e le convenzioni estetiche della fotografia di moda, il suo stile
riflette l’influenza dell’arte surrealista, gioca con gli elementi dello
spazio, delle proporzioni e le leggi della fisica. Sono immagini che vanno
aldilà della semplice promozione di un abito o di un accessorio. Incurante
del contesto, Sokolsky opera una provocazione in contrasto
con chi afferma che la fotografia rappresenti semplicemente la realtà. Ha un’opinione
molto netta a riguardo: “La macchina fotografica è una bugiarda. La fotografia e
la pittura sono pure opinioni dell’artista”.