Stanno arrivando, The Cure, a Roma in concerto. E mi è tornato in mente il video di Close to Me, singolare e geniale, quando uscì a suo tempo.
Ora, rivedendolo, l’impressione non è cambiata. Il cigolio iniziale annuncia il precipizio claustrofobico che non paralizza, ma affanna. Asseconda il movimento degli intrappolati che suonano come possono, con le mani, con un pettine o una tastiera giocattolo. Robert Smith è il gran burattinaio che manovra burattini da dito simili a bambole voodoo. In realtà, con l’innocente movimento, sta manipolando tutti: un movimento del suo dito provoca il sovvertimento altrui; lui controlla e gli altri assecondano, volenti o nolenti. Ma il potere gli prende la mano (nel vero senso della parola). Il burattinaio strapazza le bambole sempre più violentemente, tutti sbattono contro tutti e sulle pareti dell’armadio che, internamente sollecitato, precipita in mare allagandosi lentamente, come una barca rovesciata. L’acqua copre braccia e volti ma, incuranti dell’incipiente asfissia, tutti continuano a suonare e a lasciarsi sommergere. Quando l’armadio è ormai pieno d’acqua, qualcuno spinge una papera di gomma verso di noi, chiudendo i giochi.
Esiste anche un’altra versione di questo video, quello della piovra che suona tromba e sax ma, in entrambi i casi, nessuno dei membri della band riuscirà più a raggiungere la superficie (per quanto ne sappiamo).
e per chi è a Roma...
stasera, 10 giugno alle 21,00 al Teatro Valle Occupato
MESSA INSIEME
di e con LE DUE MOINE - Nadia Cusimano e Paola Bartoletti
E’ una performance gestuale e vocale, un pellegrinaggio della mente a due voci che, in toni ironici, esplora quello spazio tragico/comico tra l’essere ed il pensare di essere.
I due personaggi sono come sospesi nel vuoto, ancorati alla realtà dall’illusione di significato e dal desiderio di permanenza. Giocano a inventarsi una storia, la storia di un io sdoppiato in cerca di se stesso, che cercandosi va in prestito dei pensieri dell’altro finendo per disconoscersi. O riconoscersi?