Carlos Diaz realizza un ardito ed efficace collegamento tra disegno meccanico, rivoluzione industriale americana e invenzione dell’illusione. I suoi fanta-paesaggi sono collage realizzati con l’uso della piastra d’acciaio, incisioni d’epoca, immagini da riviste di brevetti pubblicati dal 1840-1890. Le illustrazioni, molto dettagliate, si riferiscono ad aggeggi di (allora) nuova invenzione e concezione, utilizzati principalmente nel settore manifatturiero, minerario, agricolo e dei trasporti che hanno cambiato il modo di vivere. Le immagini, in bianco e nero, sono tratte da fotografie del parco giochi di Coney Island in bassa stagione, quando le giostre sono in parte smontate.
A fine ‘800, il Parco suscitava evasione da una società di costumi vittoriani, di frustranti responsabilità e monocromatica moderazione. Coney Island era il luogo che contrapponeva il lavoro al gioco, il dolore al piacere, il controllo al caos e la realtà alla fantasia. Era la manifestazione di un sogno surrealista, luogo d’espressione d’isteria, passione e desiderio.
Carlos Diaz l’ha colto e trasformato in immagini di macchine e giochi divenuti riflessi tra il finito e l’infinito, fili di collegamento del reale al surreale, e viceversa.
Carlos Diaz l’ha colto e trasformato in immagini di macchine e giochi divenuti riflessi tra il finito e l’infinito, fili di collegamento del reale al surreale, e viceversa.