mercoledì 26 ottobre 2011

NON E' UN GIALLO, NON E' UN NOIR NE' UN REBUS, MA UN MOEBIUS


leggere, scrivere, mangiare, parlare, fare la cacca, dormire, baciarsi, sognare, immaginare, disegnare, per quanto si cerchi di farlo "facile" i pensieri si mescolano e il tempo è un accessorio al pari dell'ABS.


sto dicendo al meglio di cui sono capace, cercando di farlo come lo farebbe l'autore del libro di cui sto per citare qualche stralcio anzi esattamente il centro, il fulcro, l'essenza che mi ha trascinato
portandomi a trascurare la sequenza del testo lungo un filo che pensavo portasse a Nakata per via che mi aveva svelato perchè andasse dal barbiere. 
(è una cosa mia, non fateci caso, ma son 54 anni che quando un uomo mi dice: "vado dal barbiere" o che c'è stato, gli domando "perchè?" e nessuno mi ha mai risposto, Nakata nella sua elementare saggezza, ha risposto. Ora posso smettere di fare questa domanda)


e invece era in un angolo ancora più invisibile e incarnato in un'altra apparizione il messaggio che chiamo "snodo", giunto articolato, su cui è imperniato il testo di cui quel personaggio è quello che sposo su tutti quei mondi scavati e descritti alla maniera di questo astuto costruttore di trame e di intrecci che è appunto colui che non cito, ma che chi lo ha letto capisce che non possa che essere lui.



Sì, sono il colonnello Sanders. Cerchiamo di evitare malintesi. Lo stato del mondo è deformato e non mi aspetto che tu capisca. Io non dico bugie e non faccio scherzi. Prima però devi farti la tua scopata. Poi parleremo della pietra.





Lei è veramente il colonnello Sanders?

No, in realtà no. Ne ho solo assunto temporaneamente l'aspetto.

Allora chi è veramente?

Non ho nome. Non ho nome nè forma.





Non ho personalità e nemmeno sentimenti. Ho assunto temporaneamente un aspetto umano ma non sono un buddha e neppure una divinità; solo un oggetto privo di sentimenti e passioni e quindi il mio modo di vedere differisce da quello degli uomini.





Che cosa sia bene che cosa sia male non mi riguarda. Quello che cerco di fare è solo condurre a effetto le funzioni che mi competono. Io sono un essere molto pragmatico. O se preferisci, un oggetto neutrale.





Il mio ruolo è supervisionare il rapporto di interdipendenza tra mondo e mondo.

Non ho forma. Sono un oggetto metafisico, astratto, nel puro senso del termine. Posso assumere qualsiasi aspetto, ma di mio non ho sostanza fisica. Per svolgere delle azioni reali, ho bisogno di questa sostanza.




Dunque finalmente si dimostra plausibile la tesi secondo cui un essere può assumere anzi dismettere la componente fisica e sopravvivere fluttuando nell'irrealtà.
Salvo materializzarsi quando un incontro o una funzione necessitano che questa entità svolga un ruolo nel mondo cosiddetto reale e condiviso con altri.
Ecco allora sorgere impellenti le esigenze connesse al corpo:
nutrirsi, evacuare, avere rapporti sessuali.



E' dall'urgenza o dall'opportunità di materializzare un'idea, un talento, una qualità, un difetto che nasce il corollario di comportamenti tipicamente umani legati ai cinque sensi da cui non ci si può esimere pena il trovarsi frustrati, giacchè la metà astratta è in secondo piano, scalzata dalla casualità oggettiva. 




Pur vaga, pure ragionevole, ma in maggior parte avulsa dalla dimensione soggettiva, aerea, fluttuante e senza confini che solo nella solitudine alienata dal resto si riesce a intravvedere.
Che sia una casa sperduta nel bosco, un pozzo, un albergo, una panchina purchè abitati in totale solitudine. Qualsiasi presenza anche mentale interferisce e trasforma la qualità anzi la snatura.



Al più, a essere generosi, si può pensare che solo una metà dell'una e dell'altra realtà, quella illusoria e quella oggettiva coesistano, ma a svelare che è un bluff è l'ombra che appare sfocata, appunto anch'essa  a metà.

Nè assente, nè presente.




Una volta entrati in questa assurda dimensione tutto sembra intonato e si riesce anche a trovare qualcuno con cui scambiare due parole, perchè muta il proprio codice comunicativo.
Si ricorre a forme contratte di linguaggio e scrittura.
Non si vede l'ora di tornare al silenzio e alla solitudine.




I mistici anelano all'espiazione, alla morte, all'estasi come riferimento estremo al loro pensiero.
Gli atei trovano mille modi per arrivarci e non se ne riesce a trovare solo due che siano in accordo su un sistema da esportazione, fosse anche solo l'accordo da dare al timbro di voce 
o il colore da usare come sfondo.




Sono d'accordo con lei. Un mondo pieno di eroi e di geni sarebbe un vero disastro.

Gli dei sono figure mitologiche, più che religiose. Hanno gli stessi difetti caratteriali degli uomini: sono irascibili, lussuriosi, gelosi e volubili.




Io sono un concetto. Quindi per me far suonare il tuo telefonino è una bazzecola, un gioco da ragazzi. Che tu lo tenga acceso o spento per me non fa nessuna differenza. Non devi mica stupirti per inezie come questa. La pietra per adesso la terrai tu. Voi avete aperto l'entrata. Ciò che è stato aperto deve essere richiuso. Ragionare normalmente su cose che non sono normali per niente, è uno spreco di tempo.


Conosce quest'altro detto: il colonnello nella colla caracolla, la colonnella con la canna si incolonna?
No, che roba è?
E' uno scioglilingua l'ho inventato io.
C'è qualche particolare ragione per cui le è venuto di dirlo in questo particolare momento?
No, mi è venuto così.


Il cibo, ma anche le altre funzioni corporali umane, l'ironia e gli animali sono parte importante della narrazione dei libri di questo autore (non vorrei che il mio focus su una comparsa di questo lungo libro traesse in inganno i potenziali lettori), una scrittura che fa riferimento ancor più in questo caso alla kafkianità se mi passate il termine, alla metamorfosi. Prima su tutte quella che l'autore opera nei confronti del lettore diventando lui spesso al contempo che autore, personaggio, vicenda narrata, luoghi,  passato, presente e futuro, scenario che fa da sfondo, profondo dirupo, nuvola o scia, una sorta di ignoto elemento mutante, mescolante di tutto quanto siamo abituati invece a considerare somma di più e più suddivisioni e sottili diversità. Anche l'incomunicabilità non esiste giacchè ognuno interpreta in libertà e secondo la propria esperienza e capacità di comprensione.
Ho detto il mio ma possono esserci livelli di lettura uno per ciascuno dei suoi affascinati lettori.



Nakata sta aspettando che finisca di accadere.





Oggi vorrei parlare ancora un po' con la pietra.





Mantenere le promesse è importante.





Siamo al confine del mondo e stiamo parlando una lingua comune. Tutto qui.

Teti