domenica 20 febbraio 2011

MURAKAMI FOREVER III

After Dark è un esperimento (riuscito) di letteraria dilatazione spazio-temporale. La dilatazione di una notte che moltiplica all’infinito ogni attimo vissuto da personaggi vigili e dormienti che qualcuno o qualcosa osserva. Un punto di vista d’incerta natura, partecipe passivo ma emotivo che, dalle 11.56 pm, inizia a scandagliare Tokyo dal cielo. La sua attenzione è attirata da Mari che se ne sta da sola, seduta in un bar. Viene da chiedersi perché proprio lei. Ma non lo sapremo mai.
Una volta intercettata, il punto di vista sonderà, dentro e fuori, tutte le persone a Mari collegate: l’ex-lottatrice bionda del love hotel, l’uomo senza volto che osserva Eri, l’inaccessibile dormiente, il jazzista che cammina lentamente e beve molta acqua, la giovane prostituta cinese e i suoi carnefici… Ascolterà i loro racconti e osserverà i loro movimenti, anche quelli impercettibili fin quando, non potendone più della sua corretta neutralità, deciderà di oltrepassare il limite della sua claustrofobica dimensione per entrare in quella di Eri, allo scopo di capire.
Ecco alcuni frammenti di ciò che vede e sente il punto di vista in quella notte durata fino alle 6.52 am… se così vi piace.
3.07
-Io ho seguito soprattutto processi per casi criminali. Violenza aggravata, incendio doloso, furto, omicidio… ci sono delle persone cattive che commettono azioni cattive e vengono prese e processate. Viene inflitta loro una pena. Ma a forza di andare in tribunale, di ascoltare processi sono arrivato a pensare che non si trattava di faccende che non mi riguardavano. Era una sensazione strana. All’inizio mi dicevo: quelle che vengono giudicate qui, comunque la si rigiri, sono persone di un genere diverso dal mio, hanno idee diverse, fanno cose diverse. Tra il mondo in cui vivono loro e quello in cui vivo io, c’è un alto e solido muro. Insomma, tanto per cominciare la possibilità che io mi renda colpevole di qualche crimine grave è pressoché nulla. Io sono un pacifista, ho un animo gentile, e fin da piccolo non ho mai alzato le mani su nessuno. Per questo potevo assistere ai processi con distacco, da una posizione di spettatore. Come se fossero qualcosa che non aveva nulla a che fare con me. Però, a forza di andare in tribunale ho cominciato a non essere più tanto sicuro di me. Insomma, sono arrivato a pensare così… cioè, che forse non esiste una barriera che separa due mondi. E anche se c’è, forse è una barriera di cartapesta sottile sottile. Che appena fai per appoggiarti, cede e tu ti ritrovi dall’altra parte. O piuttosto, l’altra parte è già riuscita a intrufolarsi zitta zitta dentro di te, ma tu non te ne sei ancora accorto… può darsi che tutto si riduca a una roba del genere. E’ questa l’impressione che a poco a poco ho provato. E’ difficile da spiegare a parole, non so…
3.25
Quindi ci facciamo coraggio e decidiamo di spostarci dall’altra parte dello schermo. Una volta presa la decisione, la cosa non risulta poi tanto difficile. Basta separarsi dal corpo, lasciarlo indietro, e diventare un punto di osservazione ideale privo di massa. In questo modo si riesce a passare attraverso qualunque barriera. A superare d’un balzo qualunque baratro. Ecco, diventiamo un puro e semplice punto e passiamo al di là dello schermo televisivo che separa i due mondi. Ci spostiamo da questo lato a quell’altro. Quando superiamo la barriera e saltiamo il baratro, il mondo si distorce, si disintegra, sembra quasi sparire. Tutto diventa una polvere pura e sottile che si disperde nelle quattro direzioni. Poi il mondo torna a condensarsi. Un nuovo corpo avvolge la nostra coscienza. Tutto accade nel tempo che si impiega a battere le ciglia.
4.33
-Mia sorella, circa due mesi fa, a un certo punto ha detto: “Ora per un po’ voglio dormire”. L’ha dichiarato durante la cena, davanti a tutta la famiglia. Nessuno però le ha dato retta. Le abbiamo semplicemente risposto “buonanotte”. Lei non ha quasi toccato cibo, si è ritirata nella sua stanza e si è messa a letto. Da allora ha continuato a dormire. –Per tutto questo tempo? –Sì.
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-Sai, per la gente, i ricordi sono solo un combustibile per alimentare la vita. Che un ricordo sia importante o meno, in pratica fa lo stesso, è soltanto combustibile. La vita va avanti comunque. Un foglio di giornale, un libro di filosofia, una stampa erotica, una mazzetta di biglietti da diecimila… è uguale, quando finiscono nel fuoco, diventano semplici fogli di carta. Bé, con i ricordi è la stessa cosa. Quelli importanti, quelli così così, quelli completamente inutili, sono solo combustibile, tutti quanti senza distinzione. Che si tratti di cose importanti o di cavolate, è perché riesco a pescare nel cassetto tanti ricordi, uno dopo l’altro, che posso continuare a modo mio a tirare avanti, anche se questa esistenza mi sembra un brutto sogno.
5.09
In ogni caso, gli strani avvenimenti che hanno avuto luogo durante la notte in quella stanza sembrano appartenere al passato. In linea generale un ciclo si è compiuto, non sono rimaste anomalie, ogni dubbio è stato cancellato, e le cose sono tornate al punto di partenza. Intorno a noi causa ed effetto si stringono la mano, sintesi e scomposizione si tengono in equilibrio. In conclusione, tutto si è svolto in un luogo inaccessibile, una sorta di profonda spaccatura. Nell’istante in cui il cielo passava dalle tenebre della notte al bianco del mattino, quel luogo ha dischiuso in silenzio una porta da qualche parte, piano piano. E’ un luogo sul quale noi non abbiamo alcuna influenza. Nessuno può prevedere dove e quando quell’abisso inghiottirà una persona, dove e quando la vomiterà.
6.52
E’ passata attraverso un lungo tempo buio, ha scambiato molte parole con le persone della notte che nella notte ha incontrato, ma ora finalmente è tornata al luogo cui appartiene.
La notte finalmente è terminata. Prima che le tenebre tornino a visitarci, c’è ancora tempo.