lunedì 6 aprile 2009

VERDE SMERALDO

Il secondario colore verde è primario nei paesaggi interni e costieri. Non puro come il rosso, ma risultato di reciproca mescolanza binaria dei primari giallo e azzurro in parti uguali o in proporzioni diverse. La mescolanza che crea la varia bellezza vicina e possibile invece della purezza che evoca la perfezione lontana e imprendibile. Sono conquistata dalla possibile e vicina complementarietà del verde, dalla sua invadenza naturale, quella che rompe la terra per uscire allo scoperto. Ecco come il Ronchetti racconta il verde vitale e la vegetazione arborea.
VERDE SMERALDO
Verde bellissimo, trasparente e di tinta tendente alquanto nell’intonazione azzurra. Nessuna mescolanza degli azzurri coi gialli può dare un verde così bello. Utilissimo nella pittura a olio, sopra tutto nella composizione dei verdi brillanti per effetti di sole.
ALBERI
Il trattamento, o fattura degli alberi, è la parte più difficile che s’incontra tanto nell’acquerello, quanto nella pittura a olio. Nella rappresentazione degli alberi si tratta, sopra tutto, dell’effetto complessivo. La specie dell’albero deve essere riconosciuta senza alcuna esitazione; e per rendere il carattere speciale di ciascun albero è necessario osservare con precisione quanto segue:
1° La forza d’insieme esterna.
2° La forma e la posizione dei rami e dei ramoscelli e il loro angolo di deviazione.
3° Il carattere e il colore della scorza, se liscia o ruvida, se screpolata nel senso orizzontale o verticale, se grigia, bruna o rossastra, ecc.
La rappresentazione di un albero non consiste nella copia minuziosa delle foglie o di altri simili dettagli: d’altronde un tale tentativo non riuscirebbe neanche fattibile. Si deve ottenere l’idea di molteplicità per mezzo della sola forma d’insieme. Impresa difficile, e per quanto possa essere aiutata con un maneggio speciale di pennello, dando tocchi decisi e marcando bene il contorno; si deve sopra tutto mirare alla naturalezza della distribuzione dei partiti del chiaroscuro che disegnano le masse del fogliame; curando, inoltre, il contrasto dei colori, evitando di cadere in un effetto uniforme di tinta. Anche sul davanti è da sconsigliarsi la ricerca delle singole foglie.
Nel secondo piano i verdi del fogliame devono intonarsi nelle tinte ariose delle lontananze, in proporzione dell’allontanarsi dall’orizzonte.
Nel rappresentare gli alberi che staccano sul cielo, conviene disporre una massa unita, senza curarsi dei lumi visti attraverso il fogliame: si possono cavare con vantaggio nei ritocchi successivi.
CASTAGNO
Fogliame:
Indaco e giallo indiano.
Terra di Siena naturale e indaco per le ombre.
Tronco:
Bruno Van Dyck, garanza bruna e ocra gialla; ombreggiando con l’oltremare.
CEDRO
Fogliame:
Indaco e giallo indiano.
Oltremare, bruno Van Dyck e giallo di cadmio medio.
Tronco:
Terra di Siena bruciata e lacca carminata per i massimi lumi.
Sepia, oltremare e garanza bruna per le mezzetinte e l’ombra.
PINO MARITTIMO
Fogliame:
Indaco, terra di Siena naturale e poco giallo di spincervino bruno.
Tronco:
Garanza bruna, sepia, lacca carminata e oltremare.

Da “La Composizione delle Tinte nella Pittura a Olio e ad Acquerello” di G. Ronchetti.